Le maschere
teatrali possono servire in modo molto efficace ad aiutare l'attore
o il clown a liberarsi dalle abitudini che possono limitare il suo
repertorio e dalla trappola di fare solo quello che ha già
fatto e conosce, per aumentare la sua sensibilità ed a percepire
l'importanza dell'economia del gesto, l'essenziale.
Inizieremo lo stage con le maschera neutra, successivamente
utilizzeremo la maschera larvale e poi la più piccola maschera
teatrale, il naso rosso di clown.
La maschera neutra serve ai partecipanti per ottenere
una vera e propria neutralità. Da qui la maschera viene usato
per esplorare i ritmi, movimenti e suoni nuovi. Ci si può
identificare con vari materiali suggeriti sia dalla natura (per
esempio acqua, nuvole, una ragnatela), sia ai materiali sintetici
(per esempio la gomma, il vetro, la carta). Lo scopo è quello
di rompere le barriere (spesso auto-imposte) che possono bloccare
un attore. Il gioco con la maschera neutra è fondamentale
per esplorare il movimento corporeo, la voce e con essi ricercare
un proprio ritmo nella comunicazione e nelle interpretazioni.
Dopo la maschera neutrale, usiamo le maschere
larvali, grandi maschere di forme indefinite che suggeriscono certi
elementi della faccia umana ma che non sono proprio personaggi.
La loro propria indeterminatezza facilita una grande varietà
di interpretazioni. La stessa maschera larvale cambia quando il
portatore cambia. Le grandi restrizioni di visione e movimento delle
maschere larvali costringono l'attore ad usare gli altri sensi e
sviluppare la facoltà d'ascolto. Soltanto l'ascolto informerà
l'attore su come recitare e se la maschera è ancora "in
vita". Il movimento in gioco con l'immobilità, e la
contro-maschera entrano nel lavoro dello stage.
"Qualunque sia la forma, tutto il teatro beneficerà
dell'esperienza dell'attore che avrà recitato con la maschera."
Jacques Lecoq
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